SPERIMENTARE LE EMOZIONI

09.04.2025

LE LETTURE DEL MATTINO

Condividiamo il breve brano "Come sperimentare le emozioni accogliendole per quelle che sono" di Pema Chödrön tratto dal libro "Come meditare, guida pratica per fare amicizia con la propria mente"


Quando una sensazione si manifesta, spesso è accompagnata da un forte schema abituale. Mi riferisco alle situazioni in cui si cercano giustificazioni, ci si mette sulla difensiva, si mette in piedi una storia, si va in cerca di qualcosa di piacevole e così via.

Sono tutte vere e proprie battute d'arresto sul nostro sentiero di risveglio. E sono anche le occasioni in cui sul sentiero potremmo davvero fare enormi progressi, a patto di essere disposti a permettere ai nostri pensieri e alle nostre emozioni di entrare a far parte del nostro sentiero. Quando sorge l'emozione, torna al corpo, inspirando ed espirando e facendo esperienza dell'emozione allo stesso tempo. In altre parole, se torni al respiro senza fare anche esperienza dell'emozione, questo può essere un modo per reprimere l'emozione.

Per esempio, si manifesta la rabbia e tu torni al respiro per darti una calmata. Ma bisogna anche sperimentare l'energia di fondo della rabbia, in modo che non abbia più tutta questa presa. Inspirare ed espirare per calmarsi aiuta un po', ma la rabbia sarà ancora lì da qualche parte, e finirà per spuntare fuori la prossima volta che le cause e le condizioni si presenteranno. È sempre lì, forte come sempre, e come sempre tu ne hai paura, forse anche di più. Perché ogni volta che la reprimi, ne hai sempre più paura: diventa sempre più un avversario. Ed è più grande di te.

Quindi prova a farne esperienza. Il respiro ti permette di rimanere presente. Ti offre un'ancora. Perché se ti rivolgi all'esperienza vissuta senza l'ancora del respiro – questa è la mia esperienza, e l'esperienza di altri praticanti – rischi di annegare. Di esserne sopraffatto.

Bisogna respirare insieme all'esperienza, non allontanarla attraverso il respiro. Se si disperde, bene. È andata così e può andare così. Lascia che sia così. Ma il punto è sperimentare, rivolgerci all'esperienza e non piuttosto alle strategie o alle vie di fuga concettuali. Inspiri l'emozione, e in questo modo stai con l'emozione.

Di fatto, sei l'emozione. Puoi anche immaginare di inspirare l'emozione nel cuore. Se ti aiuta, immagina di inspirarla nel cuore, un cuore ampio. Inspirare l'emozione è la base per sviluppare empatia, per potersi mettere nei panni di qualcun altro. Avverti la rabbia, la paura, l'invidia o la tristezza e, con l'inspirazione, riconosci che miliardi e miliardi di persone provano la stessa cosa proprio in questo momento, l'hanno provata in passato e la proveranno in futuro. Ti avvicini a un'esperienza universale. Per te fa parte di una storia individuale, ma è un'esperienza universale.

Non che sia facile, ma è importante permettersi di sperimentare qualunque emozione, qualsiasi resistenza che possa emergere. Per esempio, ho scoperto che spesso, quando iniziamo a lavorare con le emozioni, molti sono presi da una profonda sonnolenza, perché in realtà non vogliono fare questo lavoro. Se capita anche a te, puoi fare semplicemente esperienza della sonnolenza. Questo ti dà accesso a una possibilità di includere il disagio emotivo nel tuo sentiero di risveglio.

Ken McLeod dice che quando fai una vera esperienza del momento presente ci sono due vie di fuga che scegli di non prendere. Una è che scegli di non dare libero corso alla tua esperienza con parole, gesti o azioni. L'altra è che scegli di non reprimere nulla. E questa è un'istruzione standard di meditazione che puoi seguire per tutta la vita: non sfogare e non reprimere. Vedi cosa succede se non fai nessuna delle due cose. In uno sfogo, l'energia della tua emozione si traduce in azione. In altri termini, la distogli dalla scomodità dell'esperienza in quanto tale. Quello che ho potuto osservare è che quando ci comportiamo in questo modo, l'energia non fa altro che tornare ripetutamente. Se invece ti reprimi, l'energia da cui stai cercando di allontanarti si blocca nel corpo e si manifesta come dolore fisico e malattia.

Mingyur Rinpoche dice che quando si trova sostegno nelle emozioni, come in un amico, piuttosto che allontanarle o reprimerle, possono succedere tre cose. La prima possibilità è che rivolgendo la tua attenzione alle emozioni, queste scompaiano. La seconda è che si amplifichino. Questo è quello che mi succede più spesso. La terza è che rimangano uguali. E osserva: «Scompaiono così come sono. Si amplificano così come sono. Rimangono uguali così come sono». Non è che si debba ottenere un qualche risultato. E non c'è da etichettare queste esperienze come "buone" o "cattive". Una delle cose che io e molti altri abbiamo notato è che nel tempo, quando restiamo con le emozioni e respiriamo con le emozioni, le emozioni possono trasformarsi. Questo ci permette di coltivare la comprensione che le emozioni non sono altro che energia: energia a cui attacchiamo pensieri e storie. La rabbia si trasforma in tristezza o in solitudine, o magari si trasforma anche in felicità. Tutto può accadere. E nel momento in cui comincerete a rendervene conto potrò dirvi «Benvenuti nel lignaggio dei meditanti».


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