MEDITARE
LE LETTURE DEL MATTINO
Condividiamo il breve brano "Perché meditare?" di Pema Chödrön tratto dal libro
"Come meditare: Guida pratica per fare amicizia con la propria mente"
Non meditiamo per sentirci a nostro agio. In altre parole, non meditiamo per stare bene sempre e comunque. È possibile che questa frase vi lasci di stucco, perché sono in tanti ad arrivare alla meditazione col semplice obiettivo di "stare meglio".
Per altri versi, vi solleverà sapere che lo scopo della meditazione non è neppure quello di stare male. Piuttosto, la meditazione ci offre l'opportunità di rivolgere un'attenzione aperta e compassionevole a tutto ciò che accade. Lo spazio meditativo è ampio come il cielo, abbastanza vasto da accogliere tutto ciò che si manifesta. Nella meditazione, i nostri pensieri e le nostre emozioni possono essere come nuvole che rimangono per un po' e poi vanno via. Buono, confortevole e piacevole o difficile e doloroso, sono tutte cose che vanno e vengono. Quindi l'essenza della meditazione è esercitarsi in qualcosa di decisamente radicale, che di certo non coincide con gli schemi abituali della nostra specie: rimanere presenti a noi stessi qualunque cosa accada, senza etichettare tutto come buono o cattivo, giusto o sbagliato, puro o impuro.
Se la meditazione fosse solo una questione di stare bene (e ho l'impressione che sotto sotto tutti quanti speriamo che si tratti proprio di questo), rischieremmo di trovarci spesso a pensare che in quello che facciamo deve esserci qualcosa di sbagliato. Perché la meditazione, a volte, può essere un'esperienza davvero difficile. Una condizione ricorrente tra i praticanti, in una giornata tipo oppure durante i ritiri, è quella della noia, di un'irrequietezza accompagnata da schiena a pezzi e ginocchia doloranti, dove a volte a farti male è la mente stessa: insomma, un bel po' di esperienze che non vanno affatto nella direzione dello "stare bene".
La meditazione, piuttosto, è una questione di apertura compassionevole, di sviluppare la capacità di essere presenti a se stessi e alla propria condizione attraversando esperienze di ogni tipo. Nella meditazione, qualunque cosa ti porti la vita, tu sei aperto. Si tratta di toccare la terra e tornare a essere proprio qui. Certe forme di meditazione mirano al raggiungimento di stati particolari e in qualche modo si elevano al di sopra delle difficoltà della vita o le trascendono. Il tipo di meditazione che ho praticato e che qui mi propongo di insegnare, invece, è incentrato su un completo risveglio alla vita e sull'apertura del cuore e della mente alle difficoltà e alle gioie della nostra esistenza, così com'è. I frutti di questo genere di meditazione non hanno limiti.
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