
IMPERMANENZA
LE LETTURE DEL MATTINO
Condividiamo il breve brano "Impermanenza: il grande insegnamento che ci rende vivi" di Pema Chödrön tratto dal libro "Senza via di scampo. La via della saggezza dell'amorevole gentilezza"
L'impermanenza è uno dei principali insegnamenti buddhisti. La nostra vita è molto breve.
Anche se vivessimo fino a cent'anni, sarebbe comunque molto breve. Inoltre, non sappiamo quanto potrà durare. La vita è impermanente. Io, al massimo, potrò vivere ancora trent'anni, magari trentacinque, ma non di più. Forse mi restano solo vent'anni, o anche solo un giorno. Pensare che non ho tanto tempo a disposizione mi rende più calma e determinata. Mi fa comprendere che voglio sfruttarlo come si deve. Se vi rendeste conto di non avere moltissimo tempo a disposizione, se viveste come se non vi restasse che un solo giorno, allora il senso di impermanenza amplificherebbe la percezione del valore dell'esistenza e il sentimento di gratitudine. Tradizionalmente si insegna che, appena nati, già si inizia a morire.
Ricordo che a Boulder, ogni anno, gli Hare Krishna allestivano una mostra con immagini a grandezza naturale, che mostravano un neonato che cresceva e passava attraverso tutti gli stadi della vita. Non si poteva fare a meno di identificarsi con quella figura che diventava grande e forte durante la giovinezza, poi iniziava a decadere e a mostrare i segni della vecchiaia, e alla fine diventava un cadavere. Non sapete nemmeno se sarete così fortunati da passare attraverso tutte le tappe. Anche se ci riuscirete, l'impermanenza resterebbe qualcosa di molto reale.
Quando siete depressi, potete ripetervi: "Perché prendersi la briga di meditare? Perché preoccuparsi di trovare, per il bene mio e degli altri, i motivi di tale depressione? Che cosa mi trascina giù? Perché ieri il cielo era così blu, e oggi è tutto così grigio? Perché ieri tutti mi sorridevano e oggi sembra che ce l'abbiano con me? Perché ieri mi sembrava di fare tutto nel migliore dei modi e oggi ho l'impressione di non combinare niente di buono? Perché mi succede una cosa del genere? Perché? Perché?". Se siete da soli in ritiro, potete ancora cadere nella depressione. Non dovete farvene una colpa; è semplicemente uno stato d'animo, capita. Vi chiedete: "Che cos'è? Che cos'è? Che cos'è? Voglio saperlo. Come posso tirarmi su? Come posso impedire che diventi una reazione abituale? Come posso uscirne? Come troncare questa consuetudine?".
Gli insegnamenti ci dicono: "Bene, è appunto per questo che meditiamo. La consapevolezza riguarda proprio tutto ciò. Osservate attentamente. Prestate attenzione ai dettagli". Non scordarsi dell'impermanenza vi fa fare un passo indietro per osservare gli insegnamenti, per vedere che cosa vi dicono su come lavorare con la vostra vita, su come scuotervi e tirarvi su di morale, su come entrare in rapporto con le emozioni. Comunque, capita talvolta che anche dopo aver letto montagne di libri non riusciate a trovare alcuna risposta. Poi, improvvisamente, grazie a qualcuno che incontrate sull'autobus, o in un film, o magari persino in una pubblicità televisiva, trovate ciò che stavate cercando da tanto tempo. Se vi ponete seriamente le domande, troverete le risposte, ovunque. Ma se non avete domande da farvi, certamente non ci saranno mai risposte.
Impermanenza vuol dire che la vita è per sua natura in continuo e rapido mutamento. Ci sono persone così abili nella pratica della consapevolezza da poter realmente osservare ogni piccola oscillazione della mente, questo cambiare, cambiare, cambiare in continuazione. Possono percepire anche i mutamenti del corpo, il continuo modificarsi del corpo. È davvero stupefacente. Il cuore non fa altro che pompare sangue, il sangue scorre senza sosta e il cibo viene digerito, e tutto ciò accade in continuazione. È sorprendente, e anche molto impermanente.
Ogni volta che fate un viaggio in auto, per voi potrebbe essere la fine. Se vi lasciate prendere dalla paranoia, l'impermanenza può anche farvi impazzire, perché finite per aver paura di scendere dal marciapiedi o di uscire di casa. Vi rendete conto di quanto in effetti la vita sia pericolosa. Ed è positivo comprenderne la pericolosità, perché ciò rende più concreto il significato dell'impermanenza. È importante comprendere che morirete, e che la morte è sempre in agguato alle vostre spalle. Molte religioni si servono di meditazioni sulla morte per far entrare nelle nostre teste cocciute che la vita non continua all'infinito, anzi, potrebbe terminare tra un attimo!
Qualche volta si dice che la fine di ogni espirazione è in effetti la fine: c'è la possibilità di morire sul serio. Suzuki Roshi dava questo insegnamento: "Sedete tranquillamente. Non affrettatevi. Lasciatevi semplicemente morire, ripetutamente". Fate in modo che ciò sia un monito. Essere disposti a morire più e più volte intensifica il primo monito, il senso di gratitudine e di valore della vita.
L'impermanenza può insegnarvi molte cose su come tirarvi su; qualche volta, lasciate pure che vi spaventi.
È stato detto: "Pratica come se i tuoi capelli avessero preso fuoco". Se in tal caso avete un po' di paura, va bene. La paura può suscitare in voi tantissimi interrogativi. Se non vi butta giù, può sollevare domande del tipo: "Che cos'è questa paura? Da dove viene? Di che cosa ho paura?". Forse avete paura delle cose più entusiasmanti, che ancora dovete imparare. L'impermanenza è un grande insegnamento.

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